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“Penso che tutelare il marchio dei prodotti italiani all’estero sia uno dei problemi da risolvere. Per esempio nei supermercati qui in Romania c'è una marca di pasta che si spaccia per italiana, ma la sua produzione e' rumena.
Il secondo problema e' il costo piuttosto alto di alcuni prodotti italiani, soprattutto degli alimentari.La Romania in specifico non e' un paese eccessivamente ricco. Avete delle proposte in merito? Un altro mio punto di vista e' che la tutela del marchio italiano oggi e' importante ma deve essere inserita in un clima multiculturale e multietnico, europeo: smettiamola di isolarci.”

Risposta:
“Innanzitutto Le confermiamo che è nostra intenzione cercare di tutelare e promuovere tutti iprodotti italiani, siano essi venduti in Italia o all'estero. Per quanto riguarda le politiche di prezzo delle aziende che producono italiano, come Lei ben capirà, non possiamo avere voce in capitolo. Se un consumatore deciderà di comperare un prodotto italiano, spendendo una cifra che lui riterrà adeguata, avrà con Italy Made almeno la certezza di acquistare un bene dall'origine garantita. Secondo noi non è questione di isolamento: proprio perché crediamo nelle potenzialità di un mercato multietnico vogliamo che venga riconosciuto il giusto valore di ogni prodotto. La multiculturalità prende senso proprio dall'esistenza e dalla valorizzazione di più culture che in essa si mettono in gioco.”

“Uno dei problemi legati all'importazione dalla Cina è che il mercato europeo produce lì. I prodotti provengono sempre dallo stesso posto, ma alcuni hanno la firma e altri no. E in Italia sono rimasti solo i reparti di comunicazione e marketing...”
Mail a italymade@italymade.it

“Il problema dei prodotti con gli occhi a mandorla, per assurdo, è che costano poco: troppo poco. I prodotti CE China Export, sono creati da una manodopera cinese sottopagata da industrie europee,italiane in prima linea, che invece di rimanere nel proprio stato, preferiscono spostarsi dove il lavoro gli costa meno.”
Mail a italymade@italymade.it

“..non ne ho sentito parlare, però è vero..gli italiani sono molto lamentoni..però dall'altra parte ci sappiamo inventare il lavoro..alla base di tutto c'è la voglia o meno di farlo..”
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“Il codice a barre delle etichette alimentari suona poi come una presa in giro. La cifra 80 indica l'Italia ma quanti sanno che può voler dire che solo il confezionamento del prodotto è avvenuto in uno stabilimento locato sul suolo nazionale?.
Lo sappiamo da dove viene molta della passata di pomodoro, arriva in grande quantità dalla Cina e poi viene mescolata con il prodotto italiano e diventa Made in Italy. 4 su 5 prosciutti sono prodotti con carne di maiali importati”.

Mail a italymade@italymade.it

“Non credo che ora la popolazione sia sensibile alla crisi del Made in Italy. Ma prossimamente il mercato porrà più attenzione alla qualità dei prodotti: la gente si stancherà di prodotti a basso prezzo e poco durevoli”.
Intervista

“Iniziativa valida, ma dovrebbe partire dalla Stato. Bisognerebbe disincentivare le aziende che producono all’estero e sfruttano la situazione: rivendono in Italia come se avessero prodotto qui”.
Intervista

“Sarebbe interessante incentivare le aziende che non delocalizzano e che mantengono la produzione in Italia. Bisogna però compensare il costo maggiore che comporta la produzione in Italia”.
Intervista

"...prima di qualsiasi altra considerazione... Era ora!
Grazie per il servizio che fate e per l'idea che avete sviluppato: finalmente qualcuno che si occupa di diffondere l'italianità e di identificarla chiaramente. ..."
Mail a italymade@italymade.it

"... è un'ottima idea, da sviluppare in concerto con grosse aziende che vi aiutino a proporre il marchio nel mercato..."
Telefonata con responsabile comunicazione istituzionale di azienda del settore alimentare

"Non si potrebbe creare una giornata nazionale del made in italy? A chi acquisterà dei prodotti solo ITALIANI sarà riservata una percentuale di sconto pari al 15-20% (da verificare poi in sede di decisione con le aziende aderenti)solo in quel determinato giorno."
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"... potrebbe essere una buona occasione, ci fosse stato qualcosa del genere anni fa non avrei spostato la produzione all'estero..."
Fax del titolare di una grossa azienda locale

"... aderisco con entusiasmo..."
"... bellissima idea..."
"... ci voleva..."
e tanti messaggi simili

"...Vogliamo comunque ringraziarvi per il sostegno al prodotto italiano perchè abbiamo a cuore la sorte di tanti amici che si sono sentiti soffocare dalle nuove idee di globalizzazione"
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"Mi avete anticipato l'idea... "
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"Costi di lavorazione?
Dunque le camicie costano 1,50 euro la dozzina in Cina.
Un operaio italiano ha un costo di 10 euro (tutto compreso)? E non
contiamo i costi di attrezzatura.
Ergo 6 euro sono 36 minuti di lavoro.
36 minuti per 12 camicie = 3 minuti a camicia.
Basta che ci attacchi senza fretta il cartellino "Italy Made" ed e' a posto."
Mail a italymade@italymade.it (non tutti possono condividere la nostra idea, ma ringraziamo chiunque voglia darci la sua opinione)




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